Riullo, Pulcinella del maestro Domenico Sepe alle antiche sorgenti di Suessola

di Gennaro Napoletano

Ricordate! Siamo stati tra i primi a parlarne le sorgenti del Riullo, detta anche acqua di S. Cuono, le antiche fonti di acqua sulfurea che scorrevano nella piana tra Acerra, Maddaloni e Cancello come prosieguo dell’antica sorgente del Clanio, scomparse negli anni Ottanta, riemerse nell’area archeologica di Suessola. Risvegliando il desiderio di rivalutare le bellezze anche paesaggistico naturali in località Bosco di Calabricito, in stato di abbandono e degrado ambientale. E di rispolverare quel progetto di fattibilità per la realizzazione di un polo culturale con un museo archeologico naturalistico all’interno della casina Spinelli, nell’ambito del parco di interesse regionale di Suessola. Un ottimo lavoro dei volontari dell’archeoclubAcerra  con il suo instancabile e preparatissimo presidente dott.ssa Rosa Anatrella,  Il riaffiorare delle sorgenti rappresenta un’occasione importante per il territorio, già riconosciuto Parco Urbano di interesse regionale, affinché ritrovi il suo originario assetto idrogeologico e siano ricostituiti gli ecosistemi che per secoli hanno caratterizzato questo lembo della piana campana, un occasione bellissima all’ombra della questione “terra dei fuochi” che evidenzia ancora una volta quella voglia di un riscatto di una terra dolcissima, fertilissima, tra le più generose e fertili d’Europa, dove, per questa ragione, ricca di storia e tradizione culturale. Ad arricchire tutto questo arriva da Afragola il maestro scultore Domenico Sepe con uno splendido Pulcinella giacente sulla terra, che sembra voglia ancora una volta sottolineare il cuore di un popolo legato visceralmente alla propria terra d’origine, come lo è stata nell’antichità con gli opici, alla quale discendiamo, e dove lo sarà per sempre. Detta anche dai acerrani acqua di S.Cuono i casi di guarigione non mancano. Tra cui: il caso di una bambina malata di dermatite alle mani e ai piedi, che, giocando scalza nelle acque sulfuree, ha visto scomparire le piaghe che le deturpavano gli arti, un caso non isolato. C’è chi soffre di psoriasi e va a bagnarsi nella sorgente anche due volte al giorno per avere sollievo dalle pieghe della malattia, a detta di molti medici, incurabile.

C’è chi va li per guarire da ustioni e scottature. C’è anche chi usa l’acqua per curare i propri animali domestici, come “Gemma”, il pastore tedesco di Michele  affetta da piodermite, Ma non c’è solo acqua “salva pelle” nel Riullo. “C’è una vegetazione selvaggia e bellissima e piante curative quasi introvabili – conclude – Tra queste la Chelidonia.

Il rilancio dell’area in cui ricade il Riullo è sicuramente un occasione di rilancio e di riqualificazione di un’intera area non solo quella acerrana, da troppo mortificata dal problema rifiuti, e non solo, mi riferisco alla presenza di prostitute che molto spesso limitano le stesse visite al sito, una zona dalle alte potenzialità naturalistiche  soprattutto storiche-archeologiche, visto che, come detto, lì vicino è possibile ammirare resti archeologici risalenti agli antichi romani e non solo.

Sorgenti del Riullo

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Gennaro Napoletano - Direttore Editoriale di LaFragolaNapoli.it