la Bandiera delle Due Sicilie è delitto di vilipendio?

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di Gennaro Napoletano

E’ gia saputo che Negli stadi di tutta l’Italia entrano simboli di ogni natura compreso bandiere preunitari come qulle veneta firenze sarde ecc, e sono frequenti e ormai impuniti cori e striscioni con contenuti carichi discriminazione antinapoletana. A Napoli da molti anni, ormai, quella bandiera è entrata a far parte delle simbologie associate al Napoli e al Sud. Si tratta di simboli storici, culturali e non ‘politici’. Infine, i Neoborbonici segnalano che lo sponsor tecnico del Calcio Napoli ha realizzato t-shirts ed altri capi di abbigliamento con lo stemma dei Borbone-Due Sicilie e chiede polemicamente se anche quelle, per la Questura di Napoli siano da considerarsi fuorilegge».

BANDIERE DELLE DUE SICILIE SEQUESTRATE ALLO STADIO: ESPOSTO ALLA MAGISTRATURA E INTERROGAZIONE PARLAMENTARE (ANSA, IL MATTINO). In occasione dell’incontro europeo di calcio svoltosi allo stadio San Paolo sono stati numerosi i casi di sequestro di bandiere e sciarpe con stemma delle Due Sicilie.

Nell’occasione gli aderenti a diversi gruppi meridionalisti avevano previsto di esporre i simboli delle Due Sicilie riunendosi su diversi social network. In alcuni casi sono state sequestrate anche sciarpe indossate da bambini e sono stati minacciati (da steward e poliziotti presenti) di Daspo e di arresto coloro che non volevano consegnare il “corpo del reato”.  Il Movimento Neoborbonico richiederà un incontro con il Questore di Napoli e sta preparando un esposto che invierà alla Magistratura per accertare se ci sono gli estremi di reati per il comportamento che molte persone hanno dovuto subire e che si ripete da diverse settimane e anche in occasione di partite del campionato di calcio italiano. Il Movimento ha anche sollecitato, presso i parlamentari napoletani, un’interrogazione parlamentare per verificare se, nel codice penale italiano, è stato inserito un nuovo reato relativo alla necessità di impedire la “ricostituzione di un partito borbonico”… Nello stesso tempo, come sappiamo, sugli stadi di tutta l’Italia entrano simboli di ogni natura e sono frequenti (e ormai impuniti) cori e striscioni con contenuti carichi discriminazione antinapoletana.  Da molti anni, ormai, quella simbologia è entrata a far parte delle simbologie associate al Napoli e al Sud: si tratta di simboli storici, culturali e non “politici” del tutto simili ai simboli diffusi in tante altre città italiane. Si tratta di una simbologia ampiamente associata, fin dal 1995, alla squadra di calcio del Napoli sia su migliaia di bandiere azzurre prodotte e vendute in tutti questi anni che addirittura, da quest’anno, riprodotta dalle maglie di abbigliamento ufficiale prodotte dalla Società Calcio Napoli.  E’ opportuno, allora, conoscere quali siano stati i motivi che hanno indotto gli addetti al servizio di ordine del San Paolo ad adottare quel comportamento anche in previsione di episodi simili in occasione delle prossime partite e per evitare qualsiasi tipo di tensione e di equivoco tutelando sia gli addetti stessi e anche i tanti tifosi che serenamente e con orgoglio si riconoscono in quella simbologia.

 

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Sembra che non esiste una legge che vieti l’esposizione di uno stato preunitario, ma esiste un Cerimoniale di Stato, secondo il quale è vietato esporre sugli (e negli) edifici pubblici istituzionali bandiere e vessilli non istituzionali o privati o di parte, ovvero possono essere esposte esclusivamente bandiere pubbliche istituzionali. Il fatto è che i manifestanti hanno evidentemente mostrato la bandiera in un edificio istituzionale d’ambito militare, durante un evento celebrativo, e questo giustificherebbe il sequestro del corpo del reato, ossia il vessillo. Altra faccenda è il vilipendio alla Repubblica, alle istituzioni, alle forze armate e alla bandiera italiana, che non appare chiaro dai fatti denunciati dai tifosii, i quali assicurano (e se ne assumono la responsabilità) di non aver lanciato insulti o frasi ingiuriose. L’Articolo 290 del Codice Penale prevede una multa da euro 1.000 a euro 5.000 “a chi pubblicamente vilipende le forze armate dello Stato o quelle della liberazione”. Gli articoli 291 e 293 prevedono la stessa sanzione per chi vilipende la nazione italiana e chi offende la bandiera o altro emblema di Stato attraverso ingiuria, distruzione, dispersione, deterioramento e imbrattamento della bandiera nazionale. Il verbale di sequestro indica il vilipendio alla nazione italiana. Si parla di vilipendio nel diritto penale italiano, in riferimento ad alcuni reati che consistono in manifestazioni di disprezzo verbale rivolte a determinati soggetti (particolarmente le istituzioni dello Stato, I delitti di vilipendio politico erano già noti al Codice Zanardelli del 1889. Il Codice Rocco (1930) li mantenne come delitti contro la personalità dello Stato, entro il sistema penale dello Stato fascista. Non risulterebbe insulto o atto di manomissione da parte dei fermati, la cui colpa sembra essere quella di aver esposto la loro amata bandiera  Insomma, una storia di sconfinamenti. del resto, l’Italia è nata da un’invasione, che a Napoli Garibaldi ce arrivato accompagnato da tore e crescienz, ma questa è tutta un’altra “storia”

particolare di garibaldi e romano

 

 

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Gennaro Napoletano - Direttore Editoriale di LaFragolaNapoli.it