di Diego Senese
Nemmeno il tempo di metabolizzare una vittoria maturata non senza patemi, contro la Dinamo Mosca in Europa League, e ti ritrovi di fronte al solito Napoli di campionato: imbarazzante, impalpabile ed incomprensibile. Un’ altra sconfitta, stavolta per mano della Hellas Verona, che si è divertita così come i suoi tifosi a strapazzare in campo e fuori un’intera popolazione, quella partenopea. Un’ umiliazione subita che pesa come un macigno. Gli azzurri ci hanno capito ben poco e la sconfitta per due reti a zero ad opera della Hellas non ammette attenuanti! Benitez ha optato per il turn over dopo la fatica di coppa, ma le sue scelte ancora una volta non sono state capite a pieno. Sterili in attacco con Zapata, preferito ad Higuain per farlo rifiatare, e De Guzman al posto di Callejon sulla fascia sinistra. La regia in mano ad Hamsik che sembrava un pastore errante. Rifornimenti zero e occasioni gol davvero limitate. Solo Mertens ha cercato di dare vivacità alla manovra offensiva ma senza successo. Il centrocampo vacilla con David Lopez e Inler che proprio non riescono a fare coesistere le fasi di impostazione e copertura. Non parliamo del pacchetto arretrato… Mesto non riesce a prendere le dovute contromisure e s’impappina con Andujar causando il primo gol di Toni dopo soli sei minuti di gioco.
Nel secondo tempo sono stati fatti cambi in attacco, con l’ingresso di Gabbiadini e del “pipita”, ma senza sortire nessun effetto. Unica nota da segnalare il gran tiro di Gabbiadini da trenta metri che si stampa sull’incrocio dei pali. Ma è davvero troppo poco per una squadra che doveva vincere questo incontro. Gli azzurri dimostrano tutti i limiti tattici ma soprattutto di personalità. Era proprio indispensabile escludere Higuain considerato il momento straordinario che sta attraversando? Così facendo la manovra si è snaturata. In campo la squadra se aggredita non riesce a reagire. Tre sconfitte consecutive in trasferta in campionato con Palermo, Torino e Verona, che con tutto il rispetto non mi sembrano affatto irresistibili. Quando si allenta la concentrazione il Napoli concede spazio e campo, così come accaduto al S.Paolo con l’Inter. Il nervosismo sta prendendo il sopravvento, e lo stesso allenatore spagnolo ne è la testimonianza. Al Bentegodi in tribuna vi era anche il presidente De Laurentiis, molto rabbuiato per la scarsa prestazione. Siamo giunti ad un punto di esasperazione tale da chiederci se il Napoli valga veramente un piazzamento “champions”, perché a questo punto della stagione la sua partecipazione diventa fortemente compromessa! Non tanto per i punti che sono ancora a disposizione in campionato, quanto per la tenuta psico-fisica della squadra e le continue occasioni sprecate per insediare il secondo posto in classifica e blindare il terzo. Il tempo delle giustificazioni è terminato, è ora di guardare in faccia alla realtà, è ora di dire basta a queste figuracce!
DIEGO SENESE