di Diego Senese
Spettacolo ed emozioni forti allo stadio S.Paolo di Napoli per la penultima tappa del tour di Jovanotti. Nell’ultima domenica di luglio sono accorsi in quarantamila per vivere una notte di festa ed allegria. Lorenzo ha regalato uno show adatto ad un pubblico che parte dai 4 a 99 anni, come egli stesso ha dichiarato, mirando ad emozionare, divertire, evocando l’essere umano che è in noi, che si stupisce, si anima, si eccita, si arrabbia, si rigenera, ama. Un “action poetico” che punta dritto alla leggerezza, alla sua spontaneità che ha molto a che fare con la sua infanzia. Il palco ampio, montato a ridosso del settore distinti che si dispiega in ogni direzione fino ad arrivare al cuore del prato, come a cercare un contatto, uno spazio intimo con il pubblico. Ciò ne consente una visuale ottima in ogni ordine di posto. L’ispirazione è partita dai grandi concerti che hanno caratterizzato la sua vita, quelli degli U2 e Bruce Springsteen per intenderci. Lo schermo di 600mq multicolore a forma di fulmine, con nuova tecnologia 4k in altissima definizione permette di ammirare ogni dettaglio dei protagonisti. Jovanotti ha scelto il fulmine che è anche il logo della copertina del suo album, perché rappresenta contemporaneamente il passaggio tra il cielo e la terra. Energia, elettricità, rapidità, meraviglia, velocità, luce nella notte ma è anche una crepa che dichiara la fragilità dell’essere umano, dinamica e pericolosa che dichiara uno stato di assoluta precarietà delle cose.
Lo spettacolo inizia con un cortometraggio, dove appare l’ologramma di una sempre verde Ornella Muti, che consegna al rapper un’ armatura per tornare indietro nel tempo rispetto all’attuale ed ipotetico anno 2184 annunciato alla radio dallo speaker e dj Claudio Cecchetto. Un viaggio alla ricerca del tempo perduto, Jova saluta la sua gioventù per ritornare bambino. Parte così il concerto vero e proprio, quello cantato e ballato da tutti gli spettatori, in un susseguirsi di brani che hanno fatto la storia di Jovanotti alternati a quelli più recenti tratti dall’ultimo e bellissimo album “Lorenzo 2015cc”. Nel sound proposto Lorenzo evidenzia tutta la sua ispirazione musicale dall’Africa, dal Brasile ma soprattutto dallo spazio immenso ed infinito, che in parte ha preannunciato la scoperta strabiliante di quella “Nuova Terra” che pochi giorni fa è stata fotografata dalla sonda Keplero. Altri personaggi dello spettacolo appaiono nel mezzo dello show sullo schermo per impreziosire e rendere più frizzante la serata come Fiorello e Carlo Conti. Senza dimenticare di menzionare le preziose collaborazioni con Fox National Geographic e Cartoon Network per la realizzazione di video su misura dove l’artista è proiettato nel fantastico mondo di Ooo con i mitici protagonisti Finn e Jake. Ma lo show e gli effetti speciali hanno lasciato spazio all’emozione quando sul palco, come preannunciato, hanno fatto ingresso James Senese, grande saxofonista partenopeo ed Eros Ramazzotti, cantante e cantautore romano.
Tutti e tre insieme hanno voluto omaggiare e ricordare con un tributo musicale l’indimenticato “Pino Daniele” . Yes i know my way; Quanno chiove; Napule è; A me me piace ‘o blues. Momenti toccanti dove l’emozione stavolta ha una sola voce tra il pubblico “Olè olè olè Pino, Pino!” Un concerto nel concerto! E il rap di fresca sfornatura di Jova che canta ed inneggia: “Pino Daniele mi ha insegnato la libertà/ Pino Daniele musicista e Masaniello/e nella notte di Napoli facimmo ‘o burdello/Alzate le mani come le vele/ nel nome di…Pino Daniele!” Poi Lorenzo riprende le redini della serata giungendo con grande entusiasmo ed infinita energia all’epilogo dello show. Travestito da super eroe con un mantello e costumi sempre originali, disegnati ed ideati appositamente, rivolgendosi al pubblico dice: ”Grazie per avermi permesso di suonare il rock ’n’ roll al S. Paolo, ma i veri eroi siete voi che nelle cose ci mettete la passione, “l’ammore” e la voglia di stare “int’ ‘e viche, ‘mmiez’ ‘a ‘llate! Come dice la canzone…Tra il pubblico presente anche il figlio di Pino Daniele a cui Jovanotti fa notare che grazie alla musica il padre è diventato immortale, e lo saluta dicendogli: “Che Dio ti benedica!” Sempre come dice la canzone… Termina così una notte fantastica, con Lorenzo che di uscire di scena proprio non ne vuole sapere, essendo l’ultimo a lasciare il palco tra il tripudio generale.