di Pasquale Napoletano
“Non lasciatevi rubare la speranza”. E’ una delle frasi più significative ed emozionanti del discorso tenuto a Napoli da Papa Francesco.
Dieci ore intense, quelle della visita partenopea: prima tappa al santuario della Madonna di Pompei; poi nel laborioso quartiere di Scampia; Santa Messa celebrata nell’ abbraccio caloroso di piazza del Plebiscito; e ancora, incontro con i giovani e gli ammalati nel Duomo ; e poi basta? Macchè! Catechesi con i giovani alla rotonda Diaz sul lungomare napoletano.
Migliaia e migliaia i napoletani accorsi all’ evento. Ma ciò che ha colpito è il trasporto emotivo ed intellettuale dei partenopei, trasporto significativo e fertile per quei cambiamenti necessari per uno sviluppo cristiano non fine a se stesso. Trattasi di sviluppo degli ideali cristiani che devono essere motore e centro della vita politica, sociale, e culturale.
E’ un Papa attivo, giovane dentro. E’ un Papa che non dà mai risposte scontate.
Davvero toccante è stato l’ incontro con i giovani sul lungomare. Arriva all’ in piedi con la sua papamobile quasi fosse un supereroe della marvel. Saluta tutti, davvero tutti. Sale sul palco allestito lì appositamente. Prende il microfono e dice “Ragazzi, permettete, ma mi siedo, sono davvero stanco. Certo che voi napoletani quanto correte”.
Tutto ciò a dimostrare l’ umiltà e la cortesia che lo contraddistingue.
Sono stati tanti i temi trattati: dalla crisi lavorativa al ruolo della famiglia; dal compito evangelizzatore della Chiesa alla corruzzione; dall’ importanza degli anziani ai giovani, futuro di un paese.
Ad alcune domande Francesco ammette che è incapace di trovare delle risposte. Ma al tempo stesso rigetta la concezione del cristiano che si affida completamente a Dio, inerme. La tramuta, la riformula: il cristiano deve sì affidarsi al Signore ma in modo produttivo; deve essere capace di trovare delle soluzioni attraverso la dinamicità del credo cristiano. Il Cristo va posto al centro di tutto e l’ uomo attivarsi in modo concreto portano dei frutti tangibili della ricerca del Signore.
Lascia tutti dopo circa quaranta minuti con un semplice e caloroso “ Ca Maronn v’ accumpagn”
di Pasquale Napoletano