di Diego Senese
E’ finita come peggio non poteva la stagione calcistica 2014/15 del Napoli. La sconfitta per 4-2 subita al S. Paolo ad opera della Lazio pesa come un macigno. Serviva una vittoria per raggiungere i preliminari di champions e vittoria non è stata, trasformando così un’ annata da deludente a fallimentare! La sfida di domenica sera è il quadro riassuntivo di una squadra che palesa tutti i suoi limiti e difetti tecnico-tattici abbondantemente previsti ad inizio stagione quando tutti rimasero perplessi dalla campagna acquisti. Errori imperdonabili in difesa, incertezze tra i pali e gravi leggerezze e disattenzioni a centrocampo. In attacco luci e ombre, se è vero che tutto sommato rappresenta il reparto piu’ produttivo in termini di qualità, è altrettanto vero che quando c’è stato il momento di portare a fondo i colpi decisivi (vedi i rigori sbagliati in campionato e le occasioni fallite con il Dnipro) ha mostrato più di una lacuna. La società non ha saputo gestire il caso Benitez , che pure non è esente da colpe per il troppo integralismo tattico mostrato, soprattutto quando si hanno disposizione in rosa calciatori non proprio di primo livello per applicare il suo credo in campo. Così società e allenatore si sono trascinati all’ultima sfida di campionato in un vero e proprio spareggio, lasciandosi alle spalle, appena qualche giorno prima, il divorzio alla vigilia del match clou. Davvero assurdo proseguire un’ intera stagione con calciatori che forse non hanno giovato da questa situazione, non trovando le giuste motivazioni. Tornando alla cronaca della partita, il Napoli è sceso in campo voglioso di vincere ma disorientato in campo con la sensazione di non saper bene cosa fare. La Lazio invece, gestiva la palla pur lasciando una ghiotta occasione a Callejon su assist perfetto di Higuain, sprecata drammaticamente dallo spagnolo che poteva decidere diversamente le sorti del match. Inesorabile la legge del calcio e da gol mangiato a gol subito. Parolo lasciato inspiegabilmente solo al tiro, trova con la complicità di una deviazione e di un Andujar impreparato l’angolino giusto per portare in vantaggio i biancocelesti. Poi ancora un disastroso disimpegno a centrocampo di Lopez consegna la palla a Candreva che indisturbato depositava in rete con difesa sguarnita. Primo tempo con i partenopei sotto di due reti e con un’impresa da compiere per sperare nel sorpasso. Impresa che ad un certo punto sembrava possibile con la doppietta di Higuain imbeccato prima da Callejon poi da uno scatenato Mertens. L’espulsione di Parolo prima e di Ghoulam dopo portano le squadre in dieci contro dieci. La partita diventa emozionante, la Lazio è alle corde e Maggio si procura un rigore. Sul dischetto il volto teso del “Pipita” che calcia “ alle stelle il sogno champions”. Higuain sarà anche un grande bomber ma certamente non un rigorista, considerati i quattro errori dal dischetto in stagione. L’errore è determinante e la squadra lentamente si spegne. Klose recupera un pallone con vigore a centrocampo innescando un contropiede che porta alla realizzazione Onazi, appena subentrato, con l’ennesima ridicola e imbarazzante difesa di Albiol e Koulibaly. E’ la mazzata definitiva sugellata dal quarto gol del campione del mondo Klose che sorprende ancora una volta Albiol anticipandolo di testa. Una notte da dimenticare, anzi un anno. Quello che non dimenticheremo è la splendida cornice di uno stadio gremito di gente che con civiltà e speranza ha incitato i propri beniamini. Questa gente merita di più! Merita una città che sia presente nel calcio che conta e che possa andare fiera della propria squadra. Per effetto di questa sconfitta gli azzurri scivolano addirittura al quinto posto scavalcati dalla Fiorentina. Si conclude così il campionato cominciato male e terminato peggio! Ora è tempo di riflettere perché gli errori commessi sia dal punto di vista tecnico che societario sono stati svariati. Bisogna prendere quel poco di buono che si è fatto e fare tanto per migliorare una squadra ed una società ancora alla ricerca del vero salto di qualità.
Diego Senese
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