(Foto: Casalnuovo (Napoli), mercoledì 4 settembre 2013)
Rassegna Stampa
Il cosiddetto “Patto per la Terra dei Fuochi” sembra aver prodotto, a quasi due mesi dalla sua firma, ben pochi risultati. Nonostante le dichiarazioni consolatorie di Viceprefetto e Ministro all’Ambiente, i roghi continuano come e peggio di prima. Basta dare un’occhiata ai numeri e alle segnalazioni per rendersene conto…
ella mitologia greca Prometeo fu colui che restituì il fuoco agli uomini, per permettere loro di riscaldarsi, cucinare i cibi, illuminare le strade e proteggersi dalle belve feroci. Un titano protettore della razza umana, che osò sfidare la furia di Zeus e, per questo, punito con un supplizio terribile: il fegato divorato per mille anni da un’enorme aquila. Oggi Prometeo è il portale internet della Prefettura, ufficio territoriale di Napoli, che ci aggiorna sullo stato della «lotta agli incendi dei rifiuti in Campania». Il fuoco, da elemento benefico e salvifico, diventa intossicazione e distruzione. Il supplizio si trasferisce da Prometeo a tre milioni di cittadini campani, cui nessuno mangia il fegato (almeno non in senso materiale), ma che si ammalano e muoiono in quella Campania una volta felix, oggi ricettacolo immondo di rifiuti industriali e interessi politico-malavitosi.
IL PATTO – Il portale della Prefettura nasce proprio con questo obiettivo: informare la cittadinanza sulle attività di bonifica e contrasto ai roghi tossici che, ormai da anni, intossicano aria, acqua e suolo. L’11 luglio scorso, tra il presidente della Regione Campania, i presidenti delle province di Napoli e Caserta, i sindaci dei comuni interessati dal fenomeno dei roghi (compresi i due capoluoghi), un delegato del Ministro dell’Interno, le Asl e alcune associazioni attive sul territorio come l’Isde-Medici per l’Ambiente, viene firmato il cosiddetto Patto per la Terra dei Fuochi. In due parole: un accordo volto a «sradicare – così si legge nel documento – il fenomeno dell’abbandono incontrollato e dello smaltimento dei rifiuti mediante l’accensione di roghi». A tal proposito si prevedono alcune misure di contrasto: risalire alla filiera di produzione del rifiuto (quindi prevenire lo smaltimento illegale); catalogare il sito dell’incendio; controlli a tappeto su rivenditori di pneumatici, officine, laboratori tessili, che in genere forniscono la materia prima per gli incendi; effettuare controlli più serrati, in particolar modo nelle ore notturne, per individuare e, dove possibile, prevenire gli incendi. Insomma: una bella dichiarazione di intenti, un documento in cui le istituzioni si impegnano finalmente, per iscritto, ad affrontare questo vergognoso e certosino sterminio che sta decimando un’intera popolazione.
I NUMERI UFFICIALI – Qualcosa, però, non convince: il viceprefetto e commissario “anti-roghi”, Donato Cafagna, nonché il ministro all’Ambiente Andrea Orlando, hanno dichiarato più volte, dalla firma del patto a oggi, che la situazione dei roghi è arginata, che gli incendi sono «diminuiti del 75 percento», come ebbe a dichiarare Cafagna al giornale «Avvenire», che la situazione si avvia finalmente alla normalità dopo anni di inquinamento tossico e industriale. Sul portale Prometeo si legge che, a Napoli e provincia, i roghi sono diminuiti dai 1.445 del primo semestre 2012 agli 815 del 2013, mentre a Caserta e provincia si è passati da 665 a 327. Numeri assai consolanti, che descrivono una situazione effettivamente sotto controllo. Peccato che le segnalazioni dei cittadini siano sempre più numerose. Basta fare un giro a piedi o in auto, da Scampia a Mondragone, per osservare decine di pire di denso fumo nero che ammorbano narici e polmoni. L’aria si taglia a fette, la puzza è insopportabile persino all’interno delle case, il blog “La terra dei fuochi” di Angelo Ferrillo continua a raccogliere segnalazioni quotidiane, come evidenziano queste foto scattate dal 29 agosto al primo settembre. Solo alcuni esempi di un disastro che non accenna a diminuire.
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