Albergo dei Poveri Il festival delle destinazioni

rassegna stampa di

di Gerardo Mazziotti

Può capitare anche a padre Zanotelli di dire una sciocchezza : “ Destinare l’Albergo dei Poveri a luogo di accoglienza e mensa di quartiere per ospitare cittadini senza fissa dimora ”.

Un’idea peregrina che era già venuta in mente all’insigne antichista Marcello Gigantequando ricordò che “l’Unesco approvò la destinazione dell’Albergo dei Poveri alle funzioni per cui fu costruito dall’alto ingegno e dall’umana solidarietà del grande Re Carlo e che ridonarlo alla città è un impegno che l’Unione Europea nobilmente persegue (…) una volta realizzato il difficile costoso restauro, la nostra città disporrebbe di un ambiente adatto alla soluzione di un problema sociale di enormi proporzioni”.

Ma non pochi studiosi si sono esercitati seriamente sul tema della destinazione della Fabbrica di Ferdinando Fuga. Ne ricordo alcuni. Nicola Pagliara ( sede della facoltà di architettura) Massimo Rosi ( sede della Regione), Guido d’Agostino ( la città del potere con gli uffici di comune, provincia e regione ) Cesare de Seta ( sede della biblioteca nazionale), Paolo Lèon ( museo del Mediterraneo), Raffaele Cercola, capo gruppo di Nomisma (il palazzo della innovazione, ricerca e alta formazione), Francesco Lucarelli ( un centro d’ arte e mestieri e un’area museale), Jean-Noel Schifano ( sede del Parlamento Europeo, almeno una volta l’anno, in alternanza con quella di Strasburgo, e la proposta mandò in visibilio la sindaca Iervolino ), Max Vajro ed io (museo della statuaria )  Enrico CardilloRocco Papa ( la Città dei giovani, alta formazione, eventi musicali e un ostello della gioventù ), Riccardo Dalisi ( centro d’arte contemporanea dopo averlo incorniciato in una oscena struttura metallica ). E ne ha scritto, da par suo,Alfonso GambardellaFerdinando Fuga, 1699-1999).

albergo-poveri-fuga

Anche la regione di Stefano Caldoro ha pensato che si dovesse restaurare e di destinarlo a funzioni sociali. Ma nessuno si è mai preoccupato che si dovesse, preliminarmente, liberare le grandi terrazze di copertura dagli alloggi di emergenza, costruiti dagli Alleati nel 1946 per ospitare alcune centinaia di famiglie di profughi. Io credo che possiamo essere perdonati perché nessuno di noi ne aveva conoscenza. Imperdonabile è invece il comportamento delle varie amministrazioni comunali, che, in circa 70 anni, non hanno pensato di dare a queste famiglie un altro alloggio e di liberare il Reale Albergo dei Poveri dalla presenza inopportuna di abitazioni.

E’ auspicabile che se ne occuperà sollecitamente l’amministrazione de Magistris, anch’essa interessata al restauro dell’Albergo dei Poveri e alla sua migliore destinazione.

da http://ilnapoletano.org

About gennaro61

Gennaro Napoletano - Direttore Editoriale di LaFragolaNapoli.it