di Susy Navida Errichiello
Si sente tanto parlare delle Magnolie di Afragola che sono state spostate dal viale principale alla Pineta Comunale.
Cerchiamo di capirne di più:
la Magnolia è un albero definito sempreverde, può arrivare fino a 25metri di altezza, è usato per lo più ad uso ornamentale e può essere definita una “pianta tranquilla” ovvero, non ama gli spostamenti e non sempre reagisce bene a tale trauma.
Proprio a questo tipo di trauma sono state sottoposte le nostre Magnolie.
Ogni pianta va spostata secondo le sue regole e, nel caso delle nostre magnolie che hanno più di 40 anni, andavano preparate almeno 6 mesi prima.
Le radici dovevano essere tagliate e disinfettate, rifilate e avvolte in un telo di iuta per dare la possibilità alle nuove radici secondarie di svilupparsi in uno spazio più ristretto e, nel momento del trapianto, questa doveva essere spostata insieme al suo “pane di terra” cioè la zolla di terreno che gia la circondava;
andava tagliato solo 1/3 della chioma perchè, come si studia fin dalle elementari, le piante traggono energia attraverso le foglie;
il trapianto doveva essere immediato, bisognava passarle nello stesso giorno da un terreno all’altro.
Queste piccole regole basilari purtroppo non sono state rispettate, non è stato eseguito nessun protocollo.
Secondo esperti, le conseguenze di tali mancanze saranno la rovina di queste magnolie che spesso hanno dato ombra ai nostri pomeriggi.
Il taglio drastico di radici e branche primarie e secondarie rende la pianta vulnerabile e soggetta a funghi agenti di carie del legno, che la renderanno instabile col passare del tempo. Oltretutto, poichè le piante son rimaste senza chioma, non hanno fonti di energia da cui trarre nutrimento, il chè rende ancora più difficile la sopravvivenza della pianta stessa.
Non bisogna dimenticare che, se la pianta restasse a lungo in queste condizioni, rischierebbe di cadere e, rischia di farlo in un luogo pubblico frequentato da bambini.
Gli afragolesi non vogliono sapere di chi sia la colpa ma chiedono solo maggiori controlli su operazioni delicate come queste ed auspicano la nascita di un “regolamento comunale del verde pubblico “, già in vigore in altri paesi perchè, va bene cambiare e abbellire la città, ma non se per farlo si maltrattano esseri viventi.
Proprio così, alberi e piante sono esseri viventi e mi rende triste ammettere che troppo spesso ce ne dimentichiamo.
Susy Navida Errichiello