Reggia di Carditello: Vega Di Martini alla scoperta dei tesori della Real tenuta

Rivenute nuove opere d’arte appartenenti originariamente alla reale delizia dei Borbone

La Real Tenuta di Carditello sembra riservare ancora molte sorprese. Negli ultimi anni numerosi sono stati i ritrovamenti effettuati tra le sue mura e molta parte della sua storia è riemersa dall’oblio forzato dalla nebbia dei tempi, grazie ad un rinnovato spirito di tutela nei confronti del monumento borbonico. La fattoria settecentesca d’ispirazione vanvitelliana, dopo i moti risorgimentali, ha subito numerose mutilazioni e razzie, fino ai giorni nostri, che l’hanno spogliata di molta parte delle sue bellezze. Dai marmi dei camini a quelli delle scalinate, dai pilastrini in marmo di Bellona e Mondragone delle balaustre, alle mattonelle in cotto dedlle pavimentazioni del belvedere, risalenti all’epoca dell’edificazione del corpo centrale. Molti gli oggetti d’arte, i mobili e le suppellettili sottratte alla residenza borbonica di caccia, ma non tutti da sordidi manigoldi. Il certosino lavoro di ricerca, compiuto da un gruppo di storici dell’arte, guidati dalla funzionaria responsabile della terza sezione storico-artistico della soprintendenza casertana, Vega Di Martini, ha permesso di rintracciare circa 40 opere pittoriche, appartenenti alla collezione della Real Tenuta di Carditello. Il gruppo di lavoro, è stato favorito nella sua ‘investigazione’ storica, grazie ai fondi contenuti nell’archivio istituito nel 1784 per volere di Ferdinando IV di Borbone, che custodisce anche ampia documentazione risalente a periodi precedenti, come il caso della raccolta che va sotto il nome dè “Notai”, che si compone di ben 402 unità archivistiche, che riguardano atti che vanno dal 1427 al 1661. Due anni di silente e intenso lavoro che hanno permesso di rintracciare i quadri di Carditello, che si credeva essere persi per sempre. L’input è stato dato dal ritrovamento di un atto inventariale accurato delle opere. L’analisi della documentazione in possesso al gruppo di ricerca ha consentito di stabilire che molte opere presero diverse strade nel periodo fascista. Altre invece, e molto prima del ‘ventennio’, presero la via della Capitale, della Reggia di Capodimonte e di Palazzo Reale di Napoli. Il lavoro del gruppo capitanato da Vega Di Martini, è ancora in corso e, c’è da scommetterci, darà frutti inattesi. Le tele, una volta raggruppate, daranno luogo ad una mostra che si terrà presso le sale della Reggia di Caserta entro i primi mesi del prossimo anno. Allo stato attuale, gli appassionati del sito reale di campagna, potranno solo sognare di veder tornare la fattoria dei Borbone, al suo antico splendore.

fonte http://interno18.it/

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Gennaro Napoletano - Direttore Editoriale di LaFragolaNapoli.it