Pozzuoli- RITORNA LA CROCE DI S.GENNARO

E’ caduta circa dieci anni fa, da allora non è stata più rimessa al suo posto. La croce di San Gennaro è stata per secoli un simbolo della città di Pozzuoli e molti puteolani vorrebbero rivederla al suo posto.

La Croce di San Gennaro a Pozzuoli. Uno dei simboli della città, che da più di dieci anni non campeggia nella sua sede abituale a causa di problemi tecnici che hanno incontrato non poche difficoltà ad essere risolti. A quanto pare, qualcosa potrebbe muoversi, e a settembre i puteolani potrebbero avere una gradevole sorpresa. SI TROVA DOVE IL FAMOSO SANTO FU DECAPITATO, DA CUI NACQUE IL MIRACOLO DELLA LIQUEFAZIONE DEL SUO SANGUE. NELLA CHIESA SI TROVA LA PIETRA MIRACOLOSA DOVE IL SANTO FU DECAPITATO.

Santuario di San Gennaro alla SolfataraIl Santuario di San Gennaro alla Solfatara è uno dei più importanti edifici di culto della zona flegrea. La struttura, anche se sorge sul territorio di Pozzuoli, appartiene da secoli alle proprietà della città diNapoli.

Fu fortemente voluto dai napoletani affinché sostituisse la precedente chiesetta, risalente all’VIII secolo. La sua costruzione iniziò nel 1574 e si concluse nel 1580. Esso sorse sul luogo preciso dove san Gennaro e i suoi sei compagni furono decapitati per il martirio.

Nella cappella destra della navata si venera la pietra sulla quale, secondo la tradizione, è stato decapitato il santo, la quale attira numerosi fedeli da ogni dove e in qualsiasi periodo dell’anno, poiché nei giorni che precedono l’anniversario della sua decapitazione le presunte tracce di sangue appartenenti al santo assumono ogni giorno di più un colore rosso rubino, mentre durante tutto il resto dell’anno la pietra è nera. Secondo studi recenti però sembra che la pietra sia in realtà il frammento di un altare paleocristiano di due secoli posteriore alla morte del martire sul quale vi siano depositate tracce di vernice rossa e di cera e che il tutto sia solo frutto di una suggestione collettiva.[1]

Nella stessa cappella è presente anche un busto di San Gennaro al quale si attribuiscono diversi eventi prodigiosi. Esso è opera di un artista ignoto ed è risalente al XII secolo circa. La scultura si mostra al pubblico in un’apposita nicchia ricavata nel muro, che in origine era un elemento architettonico pagano, ovvero una cappella per la statua di un lare.

Il prodigio più conosciuto avvenne nel 1656 durante il periodo della peste a Pozzuoli in cui morì gran parte della popolazione. Nella speranza che facesse il miracolo e ponesse fine alla pestilenza fu deciso di portare in processione, dalla solfatara all’anfiteatro Flavio, la statua di San Gennaro. Avvenne che, sin dall’inizio della processione, sul collo del Santo apparve una macchia giallastra abbastanza evidente, che, strada facendo,si ingrandì sempre di più fino a che, arrivati all’anfiteatro, diventò grande come una pesca, assumendo la forma del bubbone pestilenziale. Ad un tratto, si squarciò emanando nell’aria un odore di bruciato, lasciando sul collo della statua soltanto quella macchia giallastra, apparsa sin dall’inizio della processione, che è visibile ancora oggi. San Gennaro aveva preso su di sé la peste ed aveva liberato la popolazione di Pozzuoli da quella terribile pestilenza.

Al busto di San Gennaro è legata anche la leggenda che narra un atto vandalico subìto dalla stessa al tempo dei corsari saraceni. Questi, con un colpo di scimitarra, ne tagliarono il naso. I fedeli più volte ordinarono a vari scultori un nuovo naso ma nessuno di quelli proposti riuscì ad attaccarsi al viso mutilo. Intanto numerosi pescatori si trovarono più volte nelle reti un pezzo di marmo dalla forma strana che, scambiato per un semplice sasso veniva rigettato in mare. Fu uno di questi pescatori a riconoscere in quella pietra la forma di un naso e la portò in chiesa dove, secondo la leggenda, il sasso volò dalle mani del pescatore per tornare al suo posto originale, tra gli occhi e la bocca della statua.

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Gennaro Napoletano - Direttore Editoriale di LaFragolaNapoli.it