di Lucia Antinucci
Nella nostra società la morte viene esorcizzata, banalizzata, rimossa, poiché pone in crisi il nostro narcisismo, le nostre false sicurezze.
Eppure, questa società a misura d’uomo, che cerca di sopprimere il bisogno del Mistero, quante ‘catene di morte’ ha creato! Laddove la vita non è rispettata nella sua dignità, i deboli sono strumentalizzati , gli sfruttati sono violentanti, l’avere conta più dell’essere, il denaro e il potere più della legalità, l’arroganza e la violenza più della capacità di ascolto, della condivisione, della fratellanza, la morte come male radicale trionfa in modo assoluto.
Il Mistero della Pasqua è l’irruzione della speranza, della liberazione, nel nostro presente. Cristo ha annientato il potere del male, rendendoci capaci distruggere le catene di morte, per attestare la vittoria della Vita. Il Signore Gesù ha realizzato tutto ciò però sottoponendosi allo stesso potere del male che lo ha annientato. Il Santo, l’Innocente è stato ingiustamente condannato ed ha subito l’ignominia della morte di croce, della pena capitale particolarmente dolorosa e infamante. Il Padre non è intervenuto per fermare il potere dei malvagi, ed ha lasciato che il proprio Figlio fatto uomo venisse annientato.
Tutto ciò ci mette in crisi, sembra assurdo, eppure ha una sua logica: quella dell’amore infinito che si fa Dono. Il Figlio dona tutto se stesso all’umanità in unione con la volontà del Padre, che offre quanto dall’eternità possiede di più caro, il proprio Figlio Unigenito, nello Spirito dell’Amore sofferente. Questa è la sapienza della croce che mette in crisi la logica umana! Se tutto si fosse concluso con la crocifissione sul Golgota e la pietra del sepolcro non fosse stata ribaltata, la morte di Gesù sarebbe stata l’ennesima morte di un innocente vittima del potere malvagio. La potenza dello Spirito Santo però ha risuscitato Gesù, non ha permesso che restasse schiavo delle tenebre della morte, per cui con l’alba di Pasqua è cominciata un’umanità nuova, quella della Luce che vince le tenebre, dell’Amore che sconfigge l’odio.
Questo Mistero non è poesia, non è sentimentalismo. Esso si rende presente attraverso la Parola di Dio, i segni sacramentali della Chiesa, il servizio della carità, il perdono e la riconciliazione. La scia luminosa dell’Alba di Pasqua sconfigge le tenebre del nostro vivere quotidiano quando veniamo a contatto con donne ed uomini che, nonostante i limiti e le contraddizioni del presente, si lasciano trasformare dal Risorto, diventano segno del suo Amore infinito, che è pace, mitezza e libertà dello Spirito. Coloro che aprono il loro cuore al fascino di questo Mistero sono veramente felici!
Lucia Antinucci




Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.