Rispondendo ai cronisti sull’aereo che lo portava dallo Sri Lanka alle Filippine, in questo nuovo tour asiatico, papa Francesco ha spiegato che la libertà di espressione e quella religiosa sono ambedue diritti fondamentali: «Ognuno ha il diritto di praticare la propria religione senza offendere, liberamente e così vogliamo fare tutti. Secondo: non si può offendere o fare la guerra, uccidere in nome della propria religione, in nome di Dio. A noi ciò che succede adesso ci stupisce, ma pensiamo alla nostra storia, quante guerre di religione abbiamo avuto! Pensiamo alla notte di San Bartolomeo! [la strage compiuta dai cattolici contro gli ugonotti, ndr]
».
Quindi, dopo aver accennato che uccidere in nome di Dio è «un’aberrazione», ha proseguito: «Sulla libertà di espressione: ognuno ha non solo la libertà e il diritto ma anche l’obbligo di dire ciò che pensa per aiutare il bene comune […] ma senza offendere, perché è vero che non si può reagire violentemente, ma se il dottor Gasbarri [l’organizzatore dei viaggi papali, ndr], che è un amico, dice una parolaccia contro mia mamma, gli aspetta un pugno […] C’è un limite, ogni religione ha dignità, ogni religione che rispetti la vita umana, la persona umana, io non posso prenderla in giro. Ho preso questo esempio del limite per dire che nella libertà di espressione ci sono limiti, come per la mia mamma
».
Umano anche l’accenno riguardo la risposta ai timori su un attentato alla sua persona: «Lei sa che io ho un difetto, una buona dose di incoscienza […] Alcune volte mi sono chiesto: ma se accadesse a me questo? E ho detto al Signore: ti chiedo solo una grazia, che non mi faccia male perché non sono coraggioso di fronte al dolore, sono molto timoroso […] speriamo
».