IL bigotto: esteriorità o semplice ipocrisia?

di Gennaro Napoletano

Un famoso  dizionario  definisce così il termine bigotto: « chi dimostra una religiosità eccessiva e puramente esteriore».

Di solito si è attribuita questa nomea agli ambienti conservatori, accusandoli di una rigorosissima difesa dei principi morali tradizionali in pubblico disattendendoli gravemente in privato.

Ma bigotto, sebbene con termini rovesciati, è un aggettivo che si attaglia benissimo a quei “missionari della legalità”, che vanno tanto di moda in alcuni ambienti progressisti. (ovviamente ogni riferimento è puramente casuale).

Questi “signori” hanno per decenni predicato un cristianesimo senza Cristo, lottato per la desertificazione etica della società, per la polverizzazione della cultura tradizionale classica e cristiana; hanno predicato con zelo missionario la sovranità del più radicale Io-centrismo; hanno raso al suolo qualsiasi possibilità anche solo di pensare una sfera di verità che, trascendendo l’individuo, ne possano valutare e giudicare oggettivamente l’azione.E ora, scandalizzati da tanto malcostume, inneggiano con furore alla moralizzazione della politica, della pubblica amministrazione, delle istituzioni. Di mattina sono in Parlamento a votare piani di annichilimento dell’etica e del senso comune, di sera scendono in piazza denunciando la corruzione e la lascivia che impera nella società. La loro rabbia, proprio come il più tipico bigotto, è inversamente proporzionale al loro vero attaccamento per l’etica.

Image Hosted by ImageShack.usSi potrebbe pensare che si tratti di semplice ipocrisia. Purtroppo no. E’ il segno tipico di un’epidemia intellettuale che ha un nome preciso: “mente rivoluzionaria”. Spiegherò meglio nei prossimi giorni di cosa si tratta ma in breve la differenza è questa: mentre l’ipocrita nasconde coscientemente la verità con la dissimulazione, il soggetto affetto da “mente rivoluzionaria” non distingue più tra vero e falso, perde il senso delle connessione logiche ed è tragicamente sballottato senza posa da una contraddizione all’altra senza nemmeno avvedersene.

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Gennaro Napoletano - Direttore Editoriale di LaFragolaNapoli.it