FESTA DELLA DONNA;Oggi nessuno sa più il vero significato ed è diventata il giorno della stupidità! ..

Al di là delle mimose e delle frasi augurali (auguri per cosa?! Sei donna… e allora tanti cari auguri!), e oltre il “cosa si fa stasera?

Domani sarà la “Festa della donna”, l’otto marzo, giornata che tutti ricordiamo donandoci un piccolo rametto di mimosa, ma perchè ricordiamo questa festa?
Purtroppo è una ricorrenza tragica:

A New York , nel 1908, le operaie dell’industria tessile Cotton, scioperarono, chiedendo migliori condizioni di lavoro, lo sciopero durò molti giorni, finché l’8 marzo il proprietario Mr. Johnson, bloccò tutte le porte della fabbrica, imprigionando le scioperanti e appiccando il fuoco.

Tra loro vi erano molte immigrate, tra cui anche delle italiane, donne che cercavano di superare la miseria con il lavoro.

In ricordo di quella terribile tragedia, Rosa Luxemburg propose l’8 marzo come giornata internazionale per ricordare il sacrificio delle donne nella lotta contro lo sfruttamento e per diffondere, sostenere e trasmettere, di generazione in generazione, in tutto il mondo il grande ideale dell’emancipazione della donna.

Perchè la mimosa?


Fu scelta dall’UDI (Unione Donne Italiane) nel Dopoguerra, quei bellissimi fiori gialli fiorivano proprio in quel periodo ed il loro colore giallo era quello che meglio esprimeva vitalità e gioia.
La mimosa, nonostante il suo aspetto delicato è un simbolo di forza e femminilità: Un giovane indiano d’America, secondo una vecchia usanza, donava un ramoscello d’acacia, alla ragazza che gli aveva infuocato il cuore.
Nessun rosso sul calendario, ma unaGiornata internazionale della donna che sta lì ad attestare che viviamo in un mondo non troppo giusto. Perché “in un mondo migliore” non dovrebbe esistere un giorno dedicato al ricordo delle donne e delle loro conquiste in quanto donne; perché il significato di queste prime conquiste (l’8 marzo è la data scelta per simboleggiare vari eventi, non solo l’incendio nella fabbrica di camicie) dovrebbe essere ormai bene impresso nel nostro dna civico e civile, eppure continuiamo a darlo per scontato quando non ad ignorarlo completamente.

L’acacia è originaria dell’America del Sud ed appartiene alla famiglia delle mimosacee, il fiore giallo incarna il passaggio dalla morte alla vita, ricordando tutte quelle donne che si sono sacrificate e hanno lottato per un mondo giusto.

La redazione

E così “un mondo migliore” – non diciamo ideale – rischiamo di non costruirlo proprio mai.

La storia e la cronaca, nonostante i paraocchi che abbiamo o vogliamo metterci, continua a consegnarci il testimone di tutte quelle donne che, sapendo di essere persone e di volerlo fortemente essere così come riusciva loro, hanno tentato di avanzare al grado di “umanità” che, evidentemente, solo gli uomini – i maschi – possedevano appena messo il naso fuori dalle mura di casa; quelle donne che, semplicemente partecipando, si sono fatte quindicittadine (hanno acquistato corpo politico) oltre che sorelle, figlie, madri, governanti e guardiane del focolare domestico, suore, prostitute.

Chi sta informando sulla legge sul testamento biologico che sarà votata ad aprile? Chi sta formando oggi le idee politiche delle nuove generazioni? Chi sta accogliendo, nei partiti a sinistra, le migliori menti e le migliori persone che tra qualche anno potremo (vorremmo) avere la possibilità di votare?

Che fine hanno fatto parole importanti – di genere femminile – comeautodeterminazionelaicitàcompetenza,credibilitàprioritàsensibilità nei confronti delle minoranze e dei soggetti svantaggiati nell’agenda politica di questo paese da anni in festa (o in ferie)?

Svegliamoci da questo incubo. Carnevale è finito.

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Gennaro Napoletano - Direttore Editoriale di LaFragolaNapoli.it