NAPOLI – «Mi risulta che il Tribunale di Milano ha accolto qualche giorno fa il ricorso presentato dalla multinazionale Peri spa (società che produce casseformi, ossia grandi strutture per lavori pubblici) disponendo il sequestro giudiziario delle imponenti strutture presenti nel cantiere dell’Alta Velocità di Afragola e, per esse, il sequestro dell’intero cantiere»: lo dichiara in una nota il deputato Amedeo Laboccetta, coordinatore cittadino del Pdl a Napoli e componente della Commissione Antimafia. «Sulla questione – annuncia – presenterò nei prossimi giorni un’interpellanza urgente al Presidente del Consiglio Monti ed al Ministro dei Trasporti». «Emerge con assoluta evidenza – sostiene Laboccetta – la responsabilità delle Ferrovie dello Stato sia per omesso controllo delle attività svolte dalla società Dec spa, ditta esecutrice dei lavori, sia per la totale inerzia manifestata nel corso di questi ultimi mesi a danno di circa venti aziende partenopee, sostanzialmente vittime di tali comportamenti. Se non dovesse risolversi la vicenda del succitato sequestro, sicuramente i lavori per l’Alta Velocità non potranno più riprendere», conclude Laboccetta.
In relazione alla notizia del sequestro giudiziario di parte delle installazioni di cantiere utilizzate per l’esecuzione dei lavori di costruzione della stazione AV di Afragola, disposto dal Tribunale di Milano, Rete Ferroviaria Italiana, in una nota, «conferma la piena correttezza del proprio operato e precisa che il contratto dei lavori in oggetto è stato risolto in danno per inadempimento dell’ATI appaltatrice con Delibera RFI n 24/2012 del 18/07/2012 e che sono state avviate immediatamente, nel rigoroso rispetto degli adempimenti di legge, le procedure per il ripiegamento del cantiere e la messa in sicurezza delle opere fino ad ora realizzate». «Peraltro, nell’ambito delle suddette attività di ripiegamento del cantiere, è stato richiesto all’ATI appaltatrice (eventualmente tramite i subappaltatori) che vengano rimossi i materiali presenti restituendoli, se dovuti, ai rispettivi fornitori», conclude la nota. fonte: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it


