Cultura di Napoli- Quando si dice: ‘O Cippo a Forcella.

Da noi a Napoli, quando ci si vuole fare riferimento a qualcosa di vecchio,di molto vecchio, si  usa  dire “Cippo a Forcella”. Per essere più precisi. Se qualcuno fà una battuta e questa viene ritenuta già conosciuta dai presenti, si sentirà rispondere: – E’ vecchia, s’arricorda ‘o cippo a Forcella -. Oppure, se qualcuno indossa un abito o un capo d’abbigliamento ritenuto superato, si sentirà osservare: – Nun se porta cchiù, s’arricorda ‘o cippo a Forcella -. E così via.

Ovviamente, come tutte le cose che si dicono solo per il loro continuo uso nel dialetto locale o per accostamenti che per abitudine vengono fatti, in pochi poi conoscono effettivamente il motivo in ragione del quale quell’intercalare diventa così logico, così naturale adottarlo in talune circostanze.

Il Cippo a Forcella (Cipp’ a’ Furcella, in napoletano) così come viene chiamato dai napoletani, è un gruppo di pietre (erroneamente chiamato “cippo“) facenti parte, un tempo, della cinta muraria di epoca greca dell’antica Neapolis (molto probabilmente il Cippo era proprio la porta delle mura situate nel quartiere Forcella, a piazza Calenda di fronte al Teatro Trianon] È la zona archeologica più antica di Napoli, risale molto probabilmente al III secolo a.C.

Andiamo per ordine. A Napoli c’è una strada che da sola identifica un quartiere intero. Il nome di questa strada ha fatto il giro del mondo per alcune caratteristiche non sempre esaltanti collegate alla nostra città. Nonostante ciò, questa piccola ma importante arteria, vivacissima, coloratissima e piena di vita è comunque considerata un sito da visitare, anche se con le dovute attenzioni, da parte di molti turisti: sto parlando di Forcella.

Il nome non è ancora chiaro da dove provenga; alcuni lo accostano al fatto che la Via Forcella, ad un certo punto, si dirama e forma un bivio che somiglia proprio ad una forcella, lo strumento a forma di “U” usato nei lavori di uncinetto. Ma anche qui, ci sono diverse scuole di pensiero ragion per cui, ci fermiamo alla prima e andiamo oltre.

Forcella, dicevamo, è una strada del centro storico napoletano situata in una zona centrale della città, a ridosso di Via Duomo, tra uno dei famosi Decumani (Spaccanapoli) e il Corso Umberto I. Forcella è famosa, purtroppo, anche per avvenimenti e fatti accaduti.

In questi ultimi anni, ha contribuito a lanciare un urlo forte contro la camorra un giovane prete napoletano, don Luigi Merola, della vicina chiesa di San Giorgio Maggiore. Con grande coraggio e diplomazia, ha dato dimostrazione di come si deve e si può combattere la delinquenza, incitando i giovani a cercare di vivere per un proprio ideale, sano e costruttivo e a non arrendersi di fronte alle inevitabili difficoltà che la vita presenta.

Ma Forcella non è solo questo, anzi: molti la ricorderanno come lo scenario del primo episodio di “Ieri, oggi e domani”, in cui Angelina, bellissima popolana napoletana impersonata da una splendida Sophia Loren, per evitare la prigione per spaccio di sigarette di contrabbando, continua a farsi mettere incinta dal marito, ruolo interpretato dall’indimenticabile Marcello Mastroianni.

Inoltre, a Forcella, sono anche situati il teatro Trianon e la omonima pizzeria, uno più famoso dell’altra. Oggi, il teatro funziona benissimo grazie all’ottima direzione di un insospettabilmente bravo Nino D’Angelo e la pizzeria si conferma come uno dei locali più frequentati da napoletani e turisti per la fama che lo vuole come, se non il primo, uno dei primi dove si serviva la famosa pizza Margherita.

Ma eccoci al punto di partenza di questo post. Siamo infatti partiti dal “cippo a Forcella” e ci siamo ritrovati al Trianon. Proprio davanti al teatro fa mostra di sé un alto cancello circolare che cinge una parte della carreggiata anch’essa circolare. Dando un’occhiata a quanto viene circoscritto dal cancello, ci si accorge che il contenuto è tutt’altro che irrisorio: si tratta di un gruppo di pietre facenti parte, un tempo, della cinta muraria di epoca greca appartenenti molto probabilmente alle mura che delimitavano una delle porte della antica Neapolis.

«Cippo» a Forcella con sedia - L'espressione idiomatica è nota: per indicare una cosa molto antica o banalmente vecchia i napoletani dicono: «Si ricorda il cippo a Forcella» ovvero è coevo ai resti delle mura greche risalenti al III secolo a. C. Se ci passate oggi, in piazza Calenda, tra i rifiuti che periodicamente invadono quelle mura greche dell'antica Neapolis, scorgerete anche una vecchia sedia  in legno completamente sfondata che, appunto, non solo si ricorda 'o cippo a Forcella, ma lo abita (Ph. A. Cangiano)

Le pietre sono tutte piazzate disordinatamente e, purtroppo, spesso umiliate da cartacce e altri generi di rifiuti. Ebbene, questa delimitazione circolare in Piazza Calenda, contiene la testimonianza antichissima di come si sviluppava la Napoli greca e, proprio perché datate, queste pietre, impropriamente denominate “cippo”, hanno spinto i napoletani ad accostarle, per antonomasia, a qualsiasi cosa si voglia descrivere che abbia le sembianze di antico o di vecchio o, semplicemente, di superato, fuori uso. Se ci passate oggi, in piazza Calenda, tra i rifiuti che periodicamente invadono quelle mura greche dell’antica Neapolis, scorgerete anche una vecchia sedia in legno completamente sfondata che, appunto, non solo si ricorda ‘o cippo a Forcella, ma lo abita

Beh, dopo aver guardato le pietre, credo sia il caso di attraversare la strada e fermarsi in pizzeria ad assaggiare la altrettanto famosa “rota ‘e carretta”, la pizza margherita enorme che ti servono in quel locale al Trianon. Un locale antico come ‘o cippo a Forcella, ma sempre attuale per la delizia che ci offre. E buon appetito.

Gennaro Napoletano

si ringrazia  blog.libero.it/Casanapoli

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Gennaro Napoletano - Direttore Editoriale di LaFragolaNapoli.it